turismo tra virtù e virtuale

Il virus sta mettendo in difficoltà l’economia italiana. Non voglio entrare nel discorso economico, non sono abbastanza preparato. Polemicamente mi viene da dire che alla società umana non basta molto per metterla in ginocchio. Forse noi umani pensiamo che vada sempre tutto bene e costruiamo castelli di carte che sono troppo fragili per reggere il vento.

Ciò premesso volevo parlare di un nostro punto di forza italiano. Una virtù nella quale eccelliamo avendo da offrire paesaggi, storia, gusto del bello -nel più ampio senso del termine- l’ospitalità. Il turismo non può fare a meno di questa virtù, ne converrai. Mi piacerebbe sentire un tuo commento -basta farlo aggiungendolo al termine di questo post- sulle opportunità, se ve ne sono, di muovere nel virtuale, il mondo del turismo, quando il turismo viene anche solo temporaneamente impedito dalle circostanze della vita. E’ possibile un turismo virtuale che crei economia e sia autenticamente italiano?

in remoto

In questi giorni di scuole chiuse per causa di forza maggiore/force majeure/act of God si propone con forza l’educazione in remoto, a distanza, con strumenti informatici.

Si solleva un dibattito intenso su questa modalità di Educare ? Insegnare ? Informare ? già sul significato di questi termini che dovrebbero contribuire a costruire Cultura, immagino che non ci sia molta chiarezza. Almeno io non ho un quadro chiaro. Mi piacerebbe che tu postassi sul blog un commento o una tua riflessione.

the Good place -capitolo 2

Anche nella dimensione ultraterrena, la nuova fase della nostra vita nell’universo, sembra che ci siano problemi esistenziali nient’affatto diversi da quelli che esistono in Terra. Ti consiglio di iniziare a guardare la serie TV su Netflix. I miei commenti sono magari interessanti, ma tutto lo humor che le immagini contengono, è qualcosa di indescrivibile a parole e davvero aggiunge molto alle considerazioni che sto facendo.

Cambiare ciò che siamo è veramente molto difficile. Diventare brave persone, provare nuove esperienze sono sempre un cambiamento doloroso. Facciamo molta resistenza e cerchiamo scuse per non farlo. La prima scusa è indubbiamente quella di accusare chi sembra indurci a cambiare come persone false, che agiscono con cattive intenzioni. Non vogliamo nemmeno accettare l’ipotesi che essi agiscano anche solo per portare alla nostra attenzione l’esigenza di UN cambiamento.

Si finisce per trovarsi soli, sentirsi imperfetti, in un mondo che sembra essere fatto di persone perfette o che sanno esattamente quello che devono fare. Vero! ma solo fino al momento in cui qualcuno ammette davanti ai tuoi occhi di essere esattamente nella tua situazione. Due persone imperfette due persone sbagliate nel luogo sbagliato nel momento sbagliato.

l’interrogativo

L’interrogativo mi intrappola,

fra Eros e Thanatos

fra Restare e Andare

?

ma da dove arriva la scelta

?

fra prendere o abbandonare

?

Ci sei tu, Indice, che mostri la strada.

Prendo perché questo è ciò che mi mostri

e vorrei addandonare perché mi sembra ingiusto prendere,

mi sembra giusto prendere.

Abbandono perché è questo che mi mostri

e vorrei prendere perché mi sembra sbagliato abbandonare,

mi sembra giusto abbandonare.

L’interrogativo è esistenziale,

un bivio impossibile che si replica ad ogni sospiro.

Ogni dubbio è un bivio che si moltiplica,

un senso di colpa che non si dissipa.

Posso esistere da solo,

nel sogno è già accaduto.

Solo e guidato dal mio istinto,

per godere della via che prenderò,

di quella che abbandonerò.

Ancora non so e non conosco il gusto di questo piacere.

Ancora non conosco cosa mi libera.

Magia

La magia può funzionare

Come una musica

Ti porta altrove

Ascoltala più di una volta

Fra sorriso e lacrima

Ti sembra di trovare una Voce

Bisbiglia un segreto

Poi sfugge e devi cominciare

Daccapo.

strati

Cresciuti insieme

trascinandosi in avanti, a turno come cuspidi d’elastici

a farsi reciprocamente apripista come lumi nella bufera.

Arriveranno i ricordi

accumulandosi come strati di polvere

nei luoghi abbandonati,

squarciati da spiragli di luce

smossi dallo sbatter d’ali di qualche colombo in soffitta

profumati di legno cotto.

Sarà facile dimenticarsi d’aver camminato assieme

ti innamorerai degli occhi che furono.

Ammiccherà il passato, a ciò che sei ora.

Litigherete a distanza di anni

sarete amici o amanti del futuro che solo potevate immaginare.

La vita insieme non si esaurisce,

nel presente e nel futuro,

ma nel passato prende vita.

[ Matteo F. Ponti ©]

il cantico

« Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
Le grandi acque non possono spegnere l’amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio. »  
cantico d’amore 

il fiume

Molti anni or sono ho partecipato alla pulizia del greto del fiume Lambro, lungo il suo attraversamento del Parco di Monza. Era il 1976 e di ecologia si parlava, si iniziava a parlare. Non esistevano parole come ecocompatibile, economia green o simili. C’era chi iniziava a parlare di acque inquinate e rifiuti plastici.

La vita del fiume era uccisa dagli scarichi chimici delle industrie della Brianza. Pulire le rive del fiume, che ricordo odoravano di trielina, era un modo di far respirare una natura afflitta dall’invadenza umana.

Scavavo rifiuti e li gettavo nei sacchi neri. Speravo di far respirare la sabbia e di agevolare il ritorno della fauna tipica del fiume. Ci trovai una imponente mascella. Scoprimmo poi che era di un plantigrado, un orso, ormai specie estinta nella zona (la mascella sta ora nel museo di storia naturale di Milano).

Nella morte di un fiume si trovano le vite che furono. La vita riposa nel fiume che scorre. Una carezza può farla sbocciare.

Eros e Thanatos

Comincio oggi un diario dei pensieri, sul tema. Potrebbe sembrare l’inizio di un discorso sugli opposti. Prendere e lasciare. Luce e buio. Vita e Morte. Penso ci sia molto di più che il confronto fra due rive.
Penso al Respirare. Non è un attimo bensì un flusso. Inspirazione, uno stile interno che raccoglie l’energia e la racchiude. Parrebbe una piccola morte, ma non lo è. Si cerca questo momento per prepararsi a uno slancio. Poi, c’è l’espirazione. Il nostro stile si rivolge all’esterno. L’aria esce da noi e si unisce all’atmosfera che ci circonda. Partecipa alla creazione, ne aumenta la dimensione visibile. L’inspirazione che si chiude in se stessa è morte vera. L’espirazione che non cessa lo è egualmente. Quando decidono di condividere lo stesso destino, lo stesso mondo, i due atti cessano, muoiono nell’altro e rinascono nell’altro. Eros e Thanatos sono dunque anche questo, un ciclo, un flusso.

surrogato

I dipinti sono stati per secoli quello che avrebbe potuto essere la fotografia, incluso le versioni fotoshoppate.

Una sauna simula un caldo pomeriggio estivo sulla spiaggia, quando cotto dal sole cerchi il refrigerio di una doccia o un bagno in mare. Ma non è solo questo.

Un hamburger vegetariano non è solo l’imitazione di un hamburger di carne. Può persino essere qualcosa di meglio.

Il surrogato non è abbastanza, l’alternativa aggiunge qualcosa che ti motiva a scegliere altro.